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Per chi non tollera le lenti a contatto

A cura del dott. Alberto Manganotti
Esistono alcune opzioni per chi è affetto da cheratocono, non vede sufficientemente con gli occhiali, ma non tollera le lenti rigide gas permeabili tradizionali.


1) L’uso di LAC gemellate pure

Si tratta di applicare nello stesso occhio due lenti, una morbida sotto, che ha la funzione di supporto e cuscinetto e una rigida gas-permeabile sopra (magari la propria, poco tollerata). Questo semplice accorgimento permette, in genere, di migliorare in modo sostanziale la tollerabilità delle lenti rigide gas
permeabili. L’applicazione di LAC gemellate, conosciuto anche con il termine “piggy-back”, può essere utilizzata anche solo temporaneamente in soggetti poco motivati alla fase di adattamento, per attenuare i disagi del senso di corpo estraneo, oppure nei giorni in cui la lente si deve tenere più a lungo o, ancora, nei periodi di particolare irritabilità di superficie.
Si possono usare lenti morbide giornaliere usa e getta. Il potere ottico della lente morbida non conta se è limitato a un paio di diottrie positive o negative; è quindi meglio scegliere lenti di potere positivo (+1,00 o +2,00) in quanto al centro sono più spesse e fanno maggiormente da cuscinetto.

(Figura 1).


Fig 1: una lente morbida gemellata con una rigida in un cheratocono


2) Le LAC Morbide spessorate


Sono lenti morbide confezionate con una zona con uno spessore volutamente superiore a quello necessario alla correzione ottica. Il presupposto correttivo è quello che, in presenza di superficie irregolare sormontata da una lente di grande spessore, l’irregolarità esterna (la superficie diottrica più importante: lente/aria) sarà comunque minore e la vista sarà conseguentemente migliore. La tollerabilità è assolutamente identica a quella di una normale morbida soprattutto se la spessorata viene confezionata con un particolare materiale che fa respirare molto l’occhio.
Noi utilizziamo le lenti spessorate della Igel inglese che hanno una zona spessorata (centrale o decentrata) di 300 o di 500 micron. (Figura 2). Come le altre lenti morbide su misura, si possono costruire sferiche o toriche ovvero che correggono l’astigmatismo.
Talora la cornea è così irregolare o troppo elastica e queste lenti non consentono una buona e stabile qualità visiva. Il bello delle spessorate è che si può, con una semplice applicazione di prova, valutare la complessiva qualità visiva che potrà raggiungere prima di prescriverle: se questa non è soddisfacente si abbandona questo tipo di soluzione.

Fig. 2: una lente morbida spessorata per cheratocono


3) Lenti Miste


Sono sorte nel tentativo di riunire in una unica lente quelle tipiche peculiarità delle lenti morbide, quali il comfort e la stabilità, con la migliore capacità correttiva delle lenti non flessibili. Si possono dividere in:


LAC composite o ibride ( SoftPerm, Janus II ) (Figura 3)
Sono costituite da una parte centrale dura gas-permeabile e una parte periferica morbida. Con queste lenti si sono potuto risolvere diversi casi, ma con l’uso si sono evidenziati dei limiti determinati da un elevato rischio di scarsa ossigenazione corneale (ipossia) e dalle frequenti di rotture della lente durante la rimozione.

Fig. 3: una lente SoftPerm

 

LAC gemellate a nicchia (Compo, Overlap, Eikon ecc. )
Anche queste sono nate per migliorare la tollerabilità: sono composte da una LAC morbida che presenta al centro un avallo sferico in cui viene alloggiata la una lente rigida. Rispetto alle normali gemellate pure o piggy-back, hanno il vantaggio di stabilizzare la lente rigida ottimizzando la componente ottica correttiva. La manutenzione si deve svolgere per entrambi i tipi di lenti. (figura. 4)

Fig. 4: una lente “a nicchia” con la rigida posizionata al centro.

 

4) L’uso di LAC rigide personalizzate (custom-made) (vedi Lenti a contatto a “Calco” nel cheratocono)


Molto spesso, l’intolleranza all’uso di lenti a contatto nel cheratocono è legata all’applicazione. Lenti inadatte, troppo grandi, che “grattano” l’apice della cornea o dove si senta il bordo, sono all’ordine del giorno. In questi casi una applicazione di LAC personalizzata, o, come dicono gli americani, “custom-made” può risolvere il problema.
Il sistema Calco che adottiamo, consente di eseguire una lente di prova custom-made gratuita in quanto di materiale simile al “rigido classico”, per valutare il grado di tollerabilità del paziente. L’unico limite della lente di prova, è che si può portare solo fino a 5-6 ore consecutive.
Se poi il problema di tollerabilità è dovuto a ripetute abrasioni corneali (con senso di dolore trafittorio, lacrimazione intensa e fastidio alla luce, legato ai fenomeni di “scarring” e “fibrosi apicale”corneale) adottando queste lenti che hanno un “cuscinetto” di lacrima fra lente e occhio nella zona apicale, la tollerabilità torna elevata in breve tempo (vedi: Le LAC giuste nel cheratocono).

 

 

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